Il dispositivo Samsung Gear denominato Oculus consente ai visitatori del Museo Archeologico di visualizzare e vivere, tramite un apposito visore, la ricreazione virtuale di alcune stanze della domus.
Questa 'visita guidata' immersiva è stata resa possibile dall’impegno del Comune, col contributo di Regione Lombardia e di Unicredit, ed è stata realizzata attraverso il lavoro delle archeologhe Lynn Arslan Pitcher, Chiara Bianchi, Elena Mariani e dei tecnici di Pro Cremona, col coordinamento generale della Conservatrice del Museo Marina Volonté.
Utilizzando, sarà dunque possibile calarsi interamente in tre ambienti particolarmente interessanti sia dal punto di vista della planimetria, sia della quantità e qualità degli oggetti presenti: il peristilio, la dispensa e la camera da letto denominata, per i soggetti dipinti sulle pareti, 'stanza di Arianna'. Per favorire l’accessibilità del dispositivo, la navigazione all’interno dei tre ambienti è stata predisposta attraverso il semplice puntamento dello sguardo in una determinata direzione.
Per realizzare l’applicazione, sono state dapprima acquisite le immagini e le ricostruzioni grafiche realizzate per la pubblicazione 'Amoenissimis aedificiis. Lo scavo di piazza Marconi a Cremona' (Mantova, 2017). Esse sono state poi revisionate ai fini dell'utilizzo del nuovo strumento e sono stati redatti i testi a corredo.
Tutti i particolari rappresentati, come già tutti gli aspetti inerenti la planimetria, la struttura generale e gli apparati decorativi della casa, hanno come modello di riferimento quanto trovato nello scavo di piazza Marconi e le interpretazioni derivate dagli studi più recenti.
Non si tratta pertanto di un prodotto riferibile a una generica domus di età romana, ma la ricostruzione per quanto possibile fedele di uno specifico contesto rinvenuto in uno scavo, quello di piazza Marconi, unanimemente ritenuto tra le più importanti acquisizioni dell’archeologia dell’Italia settentrionale degli ultimi decenni.
Benvenuti al Museo Archeologico di Cremona inserito nel progetto Museo per tutti.
Per favorire la visita e quindi l'inclusione della persona con disabilità intellettiva abbiamo preparato dei materiali che facilitano una miglior conoscenza di questo luogo d'arte. Scaricali qui
La nuova domus all'Archeologico!
Vi piacerebbe entrare in un'antica casa romana?
I visitatori del Museo Archeologico potranno vivere la suggestione di accedere a una casa di epoca romana, testimonianza rarissima e raffinatissima delle strutture abitative della città del II secolo a.C. La nuova domus è stata riportata alla luce nel corso dei lavori di ristrutturazione all'interno dei cortili di palazzo Zuccari, tra via Ruggero Manna e via Colletta, grazie ad uno scavo diretto dalla Soprintendenza.
L'allestimento, corredato da apparati didattici anche per ipovedenti e non vedenti, rispetta la medesima disposizione ritrovata in scavo, offrendo così ai visitatori la suggestione di accedere a una casa romana.
Galleria fotografica a 360° Con poche e semplicissime mosse si può entrare nel Museo, ruotare, zoomare, esplorare in ogni angolo con una lente d'ingrandimento alcune delle sale e delle singole opere.
Il 31 maggio 2009 è stato aperto al pubblico il nuovo Museo Archeologico nella chiesa basilicale di San Lorenzo e nella annessa quattrocentesca cappella Meli. Esso costituisce lo sviluppo della vecchia Sezione Archeologica del Museo Civico, chiusa dalla fine degli anni '90 del secolo passato per consentire il restauro di alcune tipologie di materiali -in particolare i mosaici- e completa l'esposizione, tuttora in Palazzo Affaitati, delle collezioni di formazione "storica" non territoriale, a partire dal lascito del Marchese Ala Ponzone. La chiesa di San Lorenzo, sconsacrata alla fine del XVIII secolo, apparteneva al monastero benedettino, poi passato agli Olivetani. A pianta basilicale con tre navate, risale alla fine del XII - inizi del XIII secolo e presenta i caratteri peculiari dell'architettura romanica, quali l'ampia articolazione degli spazi e la tipica decorazione a beccatelli dei fornici absidali. Gli scavi effettuati a partire dal 1962 hanno consentito di portare alla luce i resti di una chiesa precedente, identificabile con quella menzionata da una pergamena del 990, di un edificio cimiteriale paleocristiano e di una necropoli romana del I secolo a.C., ubicata in corrispondenza del primo tratto suburbano, in direzione est, dell'antica via Postumia. La destinazione a sede museale del complesso monumentale, essa stessa sito archeologico, ne ha favorito il completo recupero, sia dal punto di vista strutturale sia dell'apparato decorativo, per quanto ancora conservato. Attualmente, al suo interno è ospitato quello che può essere ritenuto il cuore delle raccolte archeologiche di Cremona: attraverso i reperti rinvenuti a partire dall'Ottocento fino al recentissimo scavo di piazza Marconi, viene restituita l'immagine della città fondata dai Romani nel 218 a.C., la prima a nord del Po. Cremona, florida fino all'anno 69 d.C., anno della sua devastazione a seguito delle vicende di guerra intestina che portarono al trono imperiale Vespasiano, fu poi ricostruita e partecipò al rinnovamento edilizio e monumentale che interessò gran parte dell'Italia settentrionale nel III secolo d.C. Di queste vicende sono testimonianza i circa 500 oggetti esposti secondo un percorso tematico articolato in tre sezioni: lo spazio pubblico, ove spiccano i resti monumentali dell'edificio, forse da identificarsi col teatro, sito in corrispondenza dell'attuale via Cesare Battisti, lo spazio privato, testimoniato dalle ricche domus del Labirinto e di piazza Marconi, infine le necropoli, con parti di monumenti e corredi funerari. Accanto alle acquisizioni più recenti, il nuovo allestimento museale permette una migliore fruizione di materiali già presenti nella vecchia sezione archeologica: tra questi, spiccano tra gli altri la statua in terracotta da via Plasio e il complesso dei mosaici dalla domus trovata in via Cadolini negli anni '50. I due frammenti, rispettivamente di testa e busto, riferibili a una divinità o a una figura eroica, rinvenuti nel 1974 reimpiegati in una muratura medievale nell'area della domus romana tra le vie Capra e Plasio, dovevano far parte della decorazione frontonale di uno dei più antichi edifici templari di Cremona, di cui resta purtroppo ignota l'ubicazione; particolarmente interessante è la proposta di collocarne la realizzazione nei primi decenni del II secolo a.C., poco dopo la fondazione (218 a.C.) della colonia. L'attuale allestimento, che si giova della corretta individuazione dell'attacco tra le due parti, consente di risolvere i dubbi interpratativi sulla funzione della scultura -parte di un frontone o statua di culto a tutto tondo- in favore della prima ipotesi. Molto noti sono anche i mosaici della "casa del Labirinto", portati alla luce nel corso degli scavi per la "centrale dei telefoni", nell'area della chiesa demolita di San Giovanni Nuovo. Il complesso, costituito dai pavimenti di quattro ambienti, realizzati con tecniche diverse, di una casa di livello signorile della fine del I secolo a.C.-inizio del I d.C., si trova al centro dello spazio espositivo. Gli elementi dell'allestimento aiutano a comprendere l'articolazione interna della casa romana, mentre i frammenti di affreschi da piazza Marconi mostrano la raffinatezza raggiunta, in queste residenze d'élite, nelle decorazioni parietali. Altro elemento di particolare interesse è la ricostruzione della nicchia centrale del ninfeo (fontana monumentale) che decorava uno dei giardini della casa di piazza Marconi (denominata, appunto, "del Ninfeo"). Il ninfeo costituisce un lussuoso arredo, molto di moda nelle case della popolazione più abbiente nel periodo compreso tra il I secolo a.C. e il I secolo d.C., costituito da un fondale architettonico di grande effetto scenografico, che, spesso, costituiva l'alloggiamento di statue. Il ninfeo è decorato da un rivestimento a mosaico molto variegato, con motivi geometrici e vegetali che evocano l'atmosfera del giardino e il tema dell'acqua, realizzati con tessere in pietra e blu egizio, con conchiglie e con frammenti di vetro colorato. Al centro della nicchia, è stata collocata la statuetta di Artemide cacciatrice, anch'essa dallo scavo di piazza Marconi. Nelle navate laterali, le vetrine accolgono oggetti relativi ai diversi aspetti della vita quotidiana, dalla religiosità al gioco, alla preparazione e al consumo del cibo, alla cura del corpo, all'ostentazione del lusso nelle suppellettili e negli arredi. La sezione sulle necropoli, allestita nella Cappella Meli, si avvale invece di materiali di vecchi ritrovamenti: le zone cimiteriali della città romana, infatti, corrispondono a zone quali i "borghi" di Porta Ognissanti e di Sant'Ambrogio (secondo la definizione dei vecchi inventari del Museo), interessati da interventi edilizi nei decenni tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo. Di particolare importanza, oltre ai resti di letti in osso lavorato, utilizzati per il corteo funebre e ritrovati proprio nella necropoli di San Lorenzo, la lastra con ritratti della famiglia degli Arruntii, parte di un monumento funerario della prima metà del I secolo d.C.
Galleria fotografica a 360° Con poche e semplicissime mosse si può entrare nel Museo, ruotare, zoomare, esplorare in ogni angolo con una lente d'ingrandimento alcune delle sale e delle singole opere.
Clicca sulle immagini per cominciare la visita virtuale delle sale
Museo archeologico, Capitelli
Museo archeologico, Cappella Meli
Museo archeologico, Ninfeo
Museo archeologico, Scavo nelle absidi
Il museo archeologico di Cremona fa parte della Rete dei Musei Archeologici delle province di Brescia, Cremona e Mantova. Visita il sito: www.museiarcheologici.net
(70237) letture dal 26-06-2007 -
Data ultima modifica: 20-06-2019
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