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Immagine di anteprima dell'opera
Cremona e la sua tutela celeste

Museo civico "Ala Ponzone"

L’immagine di Cremona

Pittore cremonese (Gian Giacomo Pasini?)

XVII

Dipinto

Quest’opera ci offre una viva immagine della città con la cinta muraria, le sue torri e sue chiese, che raffigura Cremona e la sua tutela celeste.

La tela è la più antica e completa testimonianza iconografica di Cremona: rappresenta infatti una veduta a volo d’uccello della città, vista dalla porta di san Luca, racchiusa tra le sue mura da cui svettano, riconoscibili, le torri, i fastigi delle chiese e soprattutto il Torrazzo.

La tutela celeste della città si esprime nella zona alta coi santi più venerati e titolari delle chiese urbane.
In basso si possono individuare i patroni Omobono e Imerio, insieme ai santi cremonesi Facio ed Eusebio. Attorno alle mura sfilano le più alte gerarchie della chiesa locale, a cominciare da mons. Nicolò Sfondrati, vescovo di Cremona dal 1560 al 1590 e poi papa per un solo anno (8 dicembre 1590 - 16 ottobre 1591) col nome di Gregorio XIV.
Accanto a lui si possono identificare il cardinale Francesco Sfondrati, vescovo di Cremona nel 1549-1550, padre di Nicolò, e il cardinale Paolo Emilio Sfondrati (vescovo di Cremona dal 1607 al 1610) nipote del papa. Tra gli altri, alcuni influenti prelati cremonesi vissuti nei primi decenni del Seicento come il vescovo Cesare Speciano (vescovo di Cremona dal 1591 al 1607) e forse anche Desiderio Scaglia, insignito della porpora cardinalizia nel 1621, e Pietro Vidoni, elevato alla cattedra laudense nel 1644.
Il dipinto è in coppia con un Giudizio universale col quale condivide le problematiche storico-artistiche.

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