L’attività cremonese di Luigi Miradori detto il Genovesino (1610 ca.- 1656 ) prende avvio intorno al 1640.
Originario di Genova, si era formato nell’ambito dello Strozzi, da cui prende l’acceso colorismo delle prime opere. In seguito dovette ampliare i suoi orizzonti attraverso lo studio di stampe e nel corso di un viaggio a Roma che lo portò a contatto, oltre che con paesisti nordici e pittori di genere, con la tradizione della pittura naturalista di matrice caravaggesca.
Giunto a Cremona vi trovò una situazione stagnante, ciò che ne favorì la rapida affermazione presso la committenza locale. Al successo contribuì l’insolito connubio di naturalismo spinto e di arguzia pittoresca che si precisa proprio nella fase cremonese.
Nella sala sono presenti anche due dipinti dell’allievo Bernardo Strozzi e alcune opere di artisti lombardi (Cerano, Angelo Ferrario, Claudio Feria) che illustrano le tendenze dello stesso periodo in ambito regionale, mentre una bella tela di Andrea del Lione apre il campo in direzione internazionale. Unico artista in grado di competere col Genovesino è Pietro Martire Neri (1601-1661) che tuttavia non risiede stabilmente a Cremona e dalla metà del secolo si trasferisce a Roma.