Museo civico "Ala Ponzone"
Il Piccio a Cremona e Giovanni Beltrami
Il Piccio a Cremona e Giovanni Beltrami
Piccio
L’opera dovrebbe collocarsi poco dopo il viaggio a Roma ed è caratterizzata dalla freschezza del taglio e dell’intento celebrativo, piuttosto inusuale nel Piccio. Il Ritratto mostra Giovanni Beltrami (1770-1854) nel momento di massima fortuna lavorativa come incisore di cammei e pietre preziosa, nell’atto di mostrare un esempio della sua produzione: un tondo con profili intagliati che costituivano la parte più commerciale della sua produzione.
Tra i suoi committenti possiamo trovare Napoleone e Giuseppina Beauharnais (per la quale intagliò la favole di Psiche su sedici pietre preziose), il viceré d’Italia Eugenio Beauharnais, il generale Murat , il principe di Soresina Vidoni e il barone Turina, che fu committente anche del Piccio.
Giovanni Beltrami in questo ritratto trasmette sicurezza e consapevolezza dei risultati raggiunti. L'opera esprime una perfetta intesa fra il pittore e il suo autorevole modello, punto di riferimento per una generazione di artisti e per lo stesso Carnovali.
Dal volto che appare nel ritratto , segnato dagli anni, si trae l'impressione di un uomo giunto alla sessantina. L'effetto di sorprendente verità raggiunto dal Piccio, che fissa e quasi cesella nervosamente col pennello la fisionomia familare dell'amico famoso, convive con una tonalità decisamente celebrativa.
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