Nell’impianto urbanistico di Cremona romana è difficile, sulla base dei pochi dati disponibili, riconoscere gli spazi destinati agli edifici dedicati alle funzioni civili, religiose, del tempo libero.
All’incrocio del cardine e del decumano massimi doveva trovarsi l’area forense, forse da riconoscere almeno in parte nella platea parva (ora piazza Stradivari), che nei secoli successivi perse il proprio ruolo centrale in favore della vicina piazza del Comune, su cui si affaccia la Cattedrale.
Confermerebbero questa ipotesi alcune basi in terracotta per colonne in laterizio stuccate, recuperate negli anni ’60, forse pertinenti ad un tempio o edificio civile di età repubblicana collegato al Foro.
Nessun dato archeologico, invece, può essere sinora riferito al tempio di Mefite, citato da Tacito quale unico edificio risparmiato dalla devastazione del 69 d.C. Dalla medesima fonte sappiamo della presenza di terme pubbliche e di un anfiteatro ligneo destinato alla celebrazione dell’effimera vittoria di Vitellio.
I resti di elementi di raffinata decorazione architettonica da via Cesare Battisti, possono essere attribuiti invece a un grandioso edificio con diverse fasi dall’età protoaugustea a quella severiana.