Museo Archeologico San Lorenzo. Ai lati si vedono le colonne, il pavimento accoglie diversi mosaici e in fondo si intravede il ninfeo.
Museo Archeologico San Lorenzo. Ai lati si vedono le colonne, il pavimento accoglie diversi mosaici e in fondo si intravede il ninfeo.
Riduci contenuto
Immagine di anteprima dell'opera
frammento di intonaco raffigurante Dionisio, risalta il ricco copricapo

Museo archeologico "San Lorenzo"

Lo spazio privato

fine I sec. a.C

Dipinto

Testo dell'operaSe i pavimenti a mosaico costituiscono storicamente la parte più nota dei rinvenimenti archeologici a Cremona, la pittura parietale era pochissimo documentata prima dello scavo della domus del Ninfeo di piazza Marconi.

Le decorazioni pittoriche erano realizzate perlopiù con la tecnica dell’affresco: i colori venivano stesi su un intonaco umido di calce e sabbia che, asciugandosi, li fissava stabilmente. I pigmenti impiegati per gli affreschi più significativi della domus del Ninfeo erano costituiti da calcite per il bianco, nerofumo per il nero, una miscela di terra verde e blu egizio per i verdi e l’ematite per il rosa e il viola. Per il rosso vivo si fece ricorso a grandi quantità di cinabro, un pigmento artificiale (solfuro di mercurio) prezioso e costoso al punto da essere dato dal committente in quantità controllate. Le indagini archeologiche degli ultimi anni in piazza Marconi hanno consentito il recupero di enormi quantità di affreschi frammentari distribuiti cronologicamente fra il II secolo a.C. e la prima età imperiale (fine I secolo a.C. – I secolo d.C.). Essi manifestano, per la loro elevata qualità e per la vicinanza ai modelli artistici cari alle élite politiche di Roma, la ricchezza e la posizione sociale dei proprietari.

Al loro interno è stato possibile isolare un nucleo di intonaci dipinti (raccolti in 950 casse) nel quale si è riconosciuta la decorazione di una stanza da letto (cubiculum) che rappresenta per il nostro territorio l’unica, grandiosa e completa testimonianza di pittura di alto livello di età augustea.Il cubicolo, nelle domus signorili, non aveva solo la funzione di garantire il riposo, bensì quella di offrire una occasione privilegiata ed esclusiva di accoglienza. Era cioè una sorta di salotto per pochi intimi, rigidamente selezionati. Questo fatto ne spiega l’ampiezza (nel nostro caso pari a circa 25 mq complessivi) e la divisione in due zone (anticamera con funzione di ricevimento e alcova, lo spazio per il letto) con decorazioni differenti di grande raffinatezza.Il nostro cubicolo, ribattezzato “Stanza di Arianna” dal tema dei due quadri dipinti sulle pareti dell’anticamera, era collocato al primo piano della domus.


visita gli altri spazi del museo

Per sottolineare il prestigio delle élites tra i propri pari e verso i clientes
Lo spazio privato
Per sottolineare il prestigio delle élites tra i propri pari e verso i clientes
Espressione di quanto l’autorità politica vuole manifestare ideologicamente, sia a livello locale che nei confronti di Roma
Lo spazio pubblico
Espressione di quanto l’autorità politica vuole manifestare ideologicamente, sia a livello locale che nei confronti di Roma
Stele sepolcrali e corredi ritenuti necessari per la vita nell'aldilà
La necropoli
Stele sepolcrali e corredi ritenuti necessari per la vita nell'aldilà